La mia esperienza al casino

Ricordo la neve. Quell’inverno faceva molto freddo, ben più del solito, e nessuno di noi era attrezzato per far fronte a quelle rigide temperature. Non possedevamo giacche abbastanza pesanti, o scarpe adatte, qualcuno aveva guanti di lana, ma la maggior parte di noi si arrangiava come meglio poteva, facendo ricorso alla creatività. Era la prima volta che vedevo la neve, bianca, soffice, silenziosa e bella da non credere. Non avevo mai passato del tempo a chiedermi come fosse o cosa mi stessi perdendo, ma quel giorno capii che mi ero innamorata di tutto quel bianco intorno a me, e che avrei sofferto per sempre la sua mancanza. Era un inverno straordinario, di freddo siberiano, che aveva colpito tutta l’Europa, ed ero certa che non sarebbe più capitato, che mai avrei potuto godere di quel miracolo della natura. Dopo solo una settimana, l’ondata di freddo aveva lasciato la nostra terra che aveva ripreso le sue temperature normali, troppo alte per i miei gusti. Ma io ormai avevo avuto quell’esperienza, il mio amore era fiorito e non potevo tornare alla beata ignoranza di prima, senza batter ciglio. Decisi allora che avrei rincorso la neve. Presi l’auto dei miei genitori e mi misi a guidare verso nord, decisa a fermarmi solo quando fossi stata di nuovo immersa nel candore di un paesaggio innevato. Avevo dichiarato ai miei genitori che avrei trovato un lavoro stagionale al nord, e che sarei tornata a casa per l’estate, a dare una mano con il raccolto e la fattoria, e mi avevano lasciato fare, felici che avessi preso questa decisione tanto matura. Non avevo specificato la mia rincorsa della neve.

Dovetti guidare a lungo per giungere al mio bel paese innevato, e pure varcare il confine nazionale, ma giunta alla mia destinazione sapevo che quella cittadina era il posto perfetto. Respiravo di nuovo il profumo fresco della neve, sentivo il freddo baciarmi le guance, ero di nuovo felice. Trovare lavoro, però, non si rivelò facile: dopo più di una settimana di tentativi, temevo sarei dovuta tornare a casa a mani e tasche vuote, non avendo più soldi per pagarmi la stanza, finché capitai davanti al casino ai limiti esterni della città. Non avevo idea di che tipo di mansioni si svolgessero in un casino, non sapevo neanche esattamente cosa un casino fosse (venivo da una famiglia semplice), ma entrai lo stesso. Fui accolta con gentilezza, mi venne offerto un lavoro al bar del casino e mi ci trovai così bene che rimasi fino all’ultimo istante prima di dover rientrare per il raccolto, quando la neve si era già ben che sciolta per lasciare posto al verde nuovo della primavera. Quei mesi al casino furono incredibilmente belli. Capitai lì inseguendo la neve, e me lo lasciai alle spalle per sempre avendo appreso molto di me. Svariati anni dopo ricapitai in quella città e andai subito alla ricerca del casino, ma di esso non vi era più traccia, come non fosse mai esistito. Sostituito da un centro commerciale. Eppure io ricordavo alla perfezione quell’edificio, lontano nel tempo, ma vicino nel mio cuore.…